Le luci sfarzose sono ignobili,
imbarazzanti per la belllezza
di questa città.
La maestosità dei suoi palazzi
è messa in ridicolo
dagli schiamazzi del consumismo
mentre i morti camminano sui morti
e sul campo a loro concesso.
Tentazioni fatiscenti vanno qua e la
con la loro giovinezza, le loro forme
le gambe avvolte in collant di lana
tanto belle, tanto vuote.
Si vede che l'anima è già andata
persa per quello strano
senso di sicurezza che tanto cercano.
Ma ognuno dei loro occhi
è un vuoto eco,
una bellezza già sfiorita, sbiadita
dalle mani tozze di qualche stupido
centurione pronto al decadimento.
Neanche a star bene a guardare si può
vedere un minimo di umanità, di vita.
La neve agli angoli delle strade
è sporca, come me dentro.
Ma oltre a tutto il nero nascosto,
l'impianto, la struttura è ancora la stessa.
Non devo chiedere pietà a nessuno,
per ora.
Forse perchè gli sbagli e gli attimi cattivi,
i momenti brutti e i mal di testa
mi hanno reso così forte,
ma mi hanno mantenuto quello che sono,
in ogni frangente.
Qui, disperso in questo deserto
non sento neanche una voce che grida
come me,
non cè neache un miraggio sonoro
che si possa infiltrare in queste
dannate orecchie.
La via è stracolma e il battito
dei tacchi mi rende ancora più inerme.
Sono solo,
e non credo di essere mai stato così felice.