Sillaberemo insieme le rime strane che delineano l’essenza
non scriveremo su questa carta appassita
di celluloide e sogni,
ma volgeremo le penne contro la carne
scoveremo nel sangue
le strofe adorne
dei nostri segreti logori
Diluiremo il dolore sui cuscini gonfi delle nuvole,
coccolerai le mie tempie con le tue intemperie complici
e scuoterò i miei tuoni sui tuoi palmi capaci
che come tronchi millenari
attutiranno questi fragori attesi
E questo vento d’autunno
sarà freddo solo a metà
ed avrà il tuo profumo immaginato
l’aria che annuserò sconfitto
mentre calmo nell’acqua
rifrangerà
il tuo cuore narciso,
specchiandosi su d’un immenso
ruscello immoto.
Ed i silenzi
e le parole
ascoltate, sussurrate e
scritte
avranno il peso leggero della sabbia
e di quel tuo profumo,
immaginato,
che adesso posso respirare appena
offrendo me stesso
alla tua ragione
Ammutinando il mio eco
alla nostra costrizione
alla favolosa alterazione
dei miei desideri
al perentorio No
dei nostri schiavi
che come caparbi regnanti
senza trono
chiosano tributi e
pretendono allitterazioni.