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Cieco

<Ci sarà folla d'intorno,
sento grida e schiamazzi
è notte o è giorno,
sono i soliti ragazzi?>
Ma che domanda,
pensai senza guardare,
e questo chi lo manda,
quand'ecco mi sentii gelare:
era un cieco.
Gli parlai per molto,
facemmo quattro passi
e feci il disinvolto.
Voleva che parlassi.
Descrissi il paesaggio,
gli dissi del passeggio,
gli instillai coraggio.
Non volli, non gli riferii
le delizie del mondo,
non ne reperii nessuna;
lo lasciai nell'immaginario
con l'armonia di sottofondo
creata con la fantasia
nel diario della sua malattia.
Non scorderò quella sfortuna.

 

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0 recensioni:

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14 commenti:

  • Anonimo il 06/11/2011 22:11
    Nel testo spicca l'altruismo, assai bello pur se segnato da una reazione d'amarezza e malinconia esistenziale. Bravo, Ugo.
  • Anonimo il 28/08/2011 15:40
    prestare gli occhi ad un non vedente... con delicatezza e dolcezza...
    mi ha copito in modo particolare... bellissima poesia come tutte le tue... con stima carla
    ps :anche io in mio libercolo uscito nel 2007 regalo con amore un capitolo ad un cieco... un po' me lo ha ricordato... se non ti reco disturbo te lo mando per posta interna... mi piacerebbe un tuo parere...
  • angela testa il 04/02/2010 14:15
    Tutti dovremmo ricordarci.. della fortuna che ogni giorno guardiamo..
    grazie a tè... dolcissima... splendida... in tutto...
  • Cinzia Gargiulo il 27/01/2010 19:43
    L'inizio mi ha riportato alla mente il racconto evangelico del cieco Bartimeo... e poi ho ricordato il mio professore di storia e geografia delle scuole medie. Era cieco, un professore ed un uomo eccezionale che mi è rimasto dentro e mi ha lasciato una bella lezione di vita. Per anni siamo rimasti in contatto e partecipò anche al mio matrimonio.
    Grazie per aver suscitato in me ricordi così cari che si erano assopiti nella mia mente.
    Poesia molto delicata. Bravissimo!
    Un abbraccio...
  • augusto villa il 25/01/2010 22:28
    Bella!... Veramente bella... Delicata poesia... Hai reso perfettamente l'idea di ciò che hai provato... Notevole (ed apprezzato) lo scrupolo... verso chi è stato meno fortunato di noi...
    Bravo Ugo, complimenti!!!
  • Angela Marino il 23/01/2010 22:42
    Di fronte a persone che affrontano con coraggio la vita nonostante abbiano avuto meno fortuna di noi ci sentiamo sempre un po' a disagio...
  • Maurizio Cortese il 17/01/2010 23:31
    Delicata poesia, piena di assonanze, che rende lieve un tema invece drammatico e si fa leggere senza ipocrisia.
  • nicoletta spina il 17/01/2010 22:59
    Con garbo e partecipazione descrivi un incontro che ha regalato solidarietà al cieco...
    e profonde e delicate parole a noi.
    Grande come sempre, caro Ugo.
  • francesca cuccia il 17/01/2010 22:31
    Ciao Caro Ugo scusa se solo adesso vengo a porgerti le mie scuse per aver sbagliato il tuo nome, spero che tu mi perdoni un abbraccio di cuore Francesca.
  • Anonimo il 17/01/2010 19:27
    Sentite e profonda.
  • loretta margherita citarei il 17/01/2010 15:40
    molto bella e sentita, piaciuta motissimo
  • Fabio Mancini il 17/01/2010 15:12
    I non vedenti, o i ciechi, caro Ugo, hanno molto più coraggio di noi che abbiamo la presunzione di vedere. Mia nonna era non vedente e nel suo mondo "oscuro" si spostava dentro casa, contando i passi e usando le mani come se fossero delle antenne. Da lei ho imparato l'amore per l'oscurità e rispetto ad altre persone mi muovo a mio agio. Il non vedere fisicamente non è una sfortuna, come il non vedere con gli occhi dell'animo che è la vera sfortuna. Naturalmente è il mio punto di vista, perchè avere un senso in meno, ci costringe ad affinare gli altri sensi, ma la cecità dell'anima è un vero dramma! Ciao, Fabio.
  • Aedo il 17/01/2010 13:33
    Con delicatezza poetica descrivi l'incontro con una persona estremamente sfortunata, riuscendo a donarle la possibilità della fantasia. Bravissimo!
    Ignazio
  • francesca cuccia il 17/01/2010 11:35
    Brutto non vedere, dover immaginare ogni meraviglia senza poterne vivere realmente l'essenza.
    Non è mai bello vedere qualcuno che non può ma, purtroppo c'è poco da fare che Dio li aiuti bravo Giovanni un abbraccio, Francesca.

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