<Ci sarà folla d'intorno,
sento grida e schiamazzi
è notte o è giorno,
sono i soliti ragazzi?>
Ma che domanda,
pensai senza guardare,
e questo chi lo manda,
quand'ecco mi sentii gelare:
era un cieco.
Gli parlai per molto,
facemmo quattro passi
e feci il disinvolto.
Voleva che parlassi.
Descrissi il paesaggio,
gli dissi del passeggio,
gli instillai coraggio.
Non volli, non gli riferii
le delizie del mondo,
non ne reperii nessuna;
lo lasciai nell'immaginario
con l'armonia di sottofondo
creata con la fantasia
nel diario della sua malattia.
Non scorderò quella sfortuna.