Il senso di vertigine
ti solleva e toglie il fiato.
Non hai forma nè colore.
Sei trasparente,
liquido ed incostante nel rantolo di un respiro.
La mano posata sullo stomaco
sfiora la stoffa a quadri del divano.
Non ci sei e senti il vuoto
che non hai lasciato.
Piove ancora e la ragione
è crudelmente lucida
come il voto rosso scarabocchiato
lasciato nell'angolo del foglio.
I pensieri riposano,
ti osservano
raggomitolati su loro stessi.
Nel silenzio ti rendi conto che è tutto inutile,
tutto è incompletamente saturo del nulla.
Distrarti, temporeggiare
attendere qualcosa di grande ed appagante
disorienta ed umilia la tua consapevolezza.
Il fuoco è solo aria che ruggisce
L'arcobaleno solo chiacchiere colorite
tra l'acqua ed il sole lontano,
le tue labbra una
sala d'aspetto per il mio spirito inquieto.
Un altro giro,
un'altra corsa
in questo folle Luna Park.
Ci sarai ancora ad aspettarmi?
Mi riabbraccerai ancora all'uscita dei miei occhi?
La musica, le luci, le vibrazioni
il battito del cuore
mi confondono
perdo il senso del tempo.
La testa gira ancora e la ruota panoramica è spenta
ci ho lasciato appesi i sogni e le nostre foto sfocate.
Ti cerco tra la folla ma non ti trovo
Troppo piccolo per un altro viaggio,
troppo stanco per rincorrere un'altra notte.
La testa gira e ti cerco
tra le facce che ho cancellato.