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Armi del senso dovuto

Sul precipizio dell'esistenza
distolgo lo sguardo
dagli abissi sospesi,
filtrano le ciglia scure
miraggi di luce,
vortici astratti in assemblaggio
di pensiero battente.

Appesa al filo contorto
sgocciola come balsamo antico
la fede amica d'eterna speranza,
si nutre giorno dopo giorno,
senza briciole ardua è la sfida,
anche quando i venti del maestrale
soffieranno al contrario.

Le mani salgono al viso
e distolgono ciocche ribelli,
il cuore placa i disagi,
equilibrista perfetto
batte il tempo che resta,
il vecchio non ritorna.

Possiedo le sfibranti armi
del senso dovuto,
conterò sulla mia pelle
mietiture di grano
dal mistico profumo.

 

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6 commenti:

  • Donato Delfin8 il 13/02/2010 11:52
    Ottima.
    Mi piace molto lo stile.
  • fabio martini il 09/02/2010 13:52
    una chiusa eccezionale che parte dal vecchio che non ritorna... una poesia studiata e sentita mai buttata li'... veramente brava questa sabrina villaverde diaz... assomiglia un po' alla mia ana isabel solas martinez... sara' che amo tutto cio' che mi porta in qualche modo a casa... ciao. fm
  • Anonimo il 20/01/2010 20:15
    Bella, ben scritta
  • Fabio Mancini il 20/01/2010 20:11
    Sempre più perfetta. Sempre più complessa, in continuo crescendo. Saluti e baci. Fabio.
  • loretta margherita citarei il 20/01/2010 17:33
    ottima poesia, ben scritta complimenti
  • Anonimo il 20/01/2010 15:05
    fortemente evocativa, da quest'opera traggo tanti spunti di riflessione sul senso della vita e della sua fuggevolezza...
    molto, molto brava e bellissima la poesia!

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