Eppure
ora che gli occhi non si cercano più
e le mani non si toccano
ed i respiri non si sentono
ed i cuori non battono
e le vite non cadono
come stelle nelle vite passate
dell’altro
come in una scatola di cemento
fuori da tutte le cose
le rose nel vaso della stanza
le schiene vicine e graffiate
ho perso camminando la mia scienza
tra fiumi di vino ed il cielo
disteso nell’erba
come un fiore di sale
come un eterno errore
una mano di vento
nella notte delle fredde domande
di questa muta luna
di questo amico buio
di questo buio che poi e tutto
davanti al muro di cartongesso
ad intagliare le mie vene
e te e noi
e tutte le musiche perdute
e le lenzuola
e le persiane socchiuse
privo di un logico senso
che non c’è mai stato
che alla fine non mi sono mai dato
eppure non mi arrendo come un pazzo che è solo condannato
come un malato terminale
il binario lontano di una stazione
vago sempre con le mie dita nelle tasche
fumando disperato di disperazione
eppure finirò un giorno la mia vita
tranquillizzando tutti
inevitabilmente
IO
fallendo
riportando a casa le mie scarpe
tutte le mie inutili carte scarabocchiate
eppure arriverò un giorno in quella strada
pronto come un rapido silenzio
dopo l’amore.