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Piccina

Si, ti ho chiamata cosi...
Sei proprio tu, si... tu che stai leggendo queste parole
con stupore ma senza fremiti nel cuore...
Ti ho fatta piangere, ti ho fatta ridere,
ti ho dato ascolto quando volevi sfogarti,
ti ho parlato dei miei più intimi desideri,
ti ho dato piacere, fino a farti mancare il respiro,
lasciando nel nostro letto il mio profumo,
da respirare al tuo risveglio,
ti ho accarezzato fino a sentire una sola pelle...
Ho realizzato alcuni dei tuoi sogni,
altri li ho vissuti dentro i nostri piccoli progetti,
ti ho regalato ogni minuto della mia libertà,
perché fosse al tuo servizio come una devota ancella,
ho compiuto azioni che non avrei mai osato pensare,
ho parlato di te al cielo ed al mare,
ed ogni stella era il tuo sguardo che mi ammaliava...
Si, sei proprio tu, si... tu che stai leggendo queste parole
mentre prendono forma,
danzando frenetiche nella mia mente...
Ed ho pregato, ho supplicato un dio ovunque si trovi
che il due ottobre fosse stato solo un sogno,
un incubo da cui mi sarei svegliato, sudato ed agitato...
Ho pianto davanti a te, implorando di tornare indietro
in un tempo in cui abbracciandoci ci sembrava di volare,
ti ho chiesto aiuto, per non precipitare...
Pensieri, frasi aggrovigliate come filo spinato
attorno al cuore, un dolore cosi lacerante
da paralizzare, con la consapevolezza che quell'incubo
era parallelo alla realtà... o era la realtà stessa, non so...
In un istante ho perduto ogni contatto con me,
sentivo solo, come una eco in lontananza, la tua voce
dirmi "non ti amo", e poi il gelo che ricopriva le mie mani,
mentre ti offrivo il mio futuro...
Mi hai ridato la vita, quattro anni fa,
mi hai donato tutta te stessa, sempre e comunque,
consolandomi quando ero triste,
perdonando frasi e gesti senza senso,
ridando dignità ad un uomo che che non si sentiva tale,
riunendo giorno dopo giorno le nostre anime perse
che desideravano solo essere una, nella stessa vita...
E adesso quella vita ride di me, dei miei errori,
lasciandomi solo, cancellando ogni stanca speranza
dagli spessi muri che mi circondano,
disegnando orribili graffiti fatti di ombre...
Si, ti ho chamata cosi... ma nessuno più leggera' di te,
e di quanto mi hai reso felice,
perché adesso il libro dove si narra di domani
ha solo pagine bianche...

 

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2 commenti:

  • Anonimo il 02/06/2011 18:14
    Straziante
  • Anonimo il 26/01/2010 10:59
    Poesia, quasi un testamento! Ci sono due osservazioni:
    La prima cerca di eliminare gli aggettivi, molto spesso si ci perde ed il testo diventa pesante. La seconda si diretto o altrimenti costruisci la poesia in metrica (settenario, ottonario ecc.). In una poesia la musicalità, il tempo è tutto.
    La poesia scritta comunque è bella, piena di vita e amore. Piaciuta.

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