Nulla é restato
di me
in quella stanza
come nulla ricorda quella sedia
stanca
Approssimandomi al giorno
lo guarderò negli occhi
bagnati di brina come foglie
ardenti
al tramonto
La notte passerà svelta
incappucciata e magra
le sue divinazioni saranno giochi di specchi
e abbandonate fissità di momenti
Esercitandomi a pensare
alla lettura di mani
pesterò il sale che secca le narici
sarà muschio e panna di alce
sarà sasso tondo e lago di stoppie
Saremo venti direzionali
in larghe vedute pirografiche
e bucheremo il legno
nostro compagno di fuoco
Forse l'abbandono non è che la vendetta
d'una guardia al tesoro postumo
forse la sua estate solleverà gli umori
e le giunchiglie decideranno
il da farsi