Verrà la Primavera ancora
e avrà il colore dei tuoi occhi
e il profumo del tuo fiore schiuso
coltivato con sacrificio e dedizione.
Già la sento scaldarmi il sangue
espandere la vibrazione del mio respiro
ed avrà il sapore salato e dolce insieme
della tua carne più morbida.
Ma Ishtar, Ninhursag
non trovo amore per mio Figlio in queste lande
non carezze di Madre
nè abbracci: l'odio e la paura amputano gli arti.
Egli cresce Impuro.
E io ti prego e ti accolgo nella pace del mio tempio
e sciolgo l'infinita dolcezza
con cui scaldare l'innocenza del suo cuore.
Ma Ishtar, in questo Inverno
abbi pietà per questo tuo Figlio.
Infondi nella gravità del mio respiro che null'altro chiede
l'infinita saggezza dei Padri che Lo nutrirono
con il lavoro della terra grassa
e in questa Luna Nera mostrami la Forza
di un Dio distruttore e spietato
del sangue degli stolti assetato.
Ecate!
Ex Tenebris!
Me devorant!
Schiaccerò le sanguisughe!
In equilibrio sulla Via!
Ucciderò!
Marduk!
Mi bagnerò nel sangue dei nemici!