Grido proprio a te
che piangi nella notte
o mendichi
nella speranza di una briciola di pane,
sì urlo disperato la mia solitudine
e strillo perché so
che non puoi far niente
col mio pianto derelitto
neanche versare una lacrima inutile
o sollevare la mano
in un gesto di pietà
o soffiare una carezza
che non si può modulare...
e allora portami con te
sulla follia del nulla
sulle ali mozzate dell'impossibile,
sì, trascinami lontano
dove nessuno possa trovarmi
molto distante
con te e oltre di te
al di là di me
perché nessuno ci avvicini
porgendo la domanda:
"Dimmi, cosa facciamo,
ti prego, ti prego..."