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A Sergio Marra, disoccupato, morto suicida

Non so quale maschera indossare per l'occasione,
strazio, compassione, orrore.
Devo mostrarmi indignato,
o vomitare fiele.
Per quanto tempo ancora?
Un'ora, un giorno, un mese,
il tempo che i quotidiani
servano solo a lavare i vetri.
Ho visto morti bruciare:
odore che dà nausea,
fiotti di liquidi neri,
arti che si contorcono, disarticolati
nel fuoco purificatore.
Tu
pazzo
eroe
o soltanto un disoccupato
rimosso dalla coscienza collettiva.
Non hai lasciato testamento
non hai pianto
non hai urlato
ti hanno privato
anche di quella elementare autodifesa
che è la manifestazione del dolore.
Forse non hai mai visto
i disegni di George Grosz
le deformi bestie dell'alta finanza.
Tu per loro un infinitesimo
un granello di sabbia
nell'ingranaggio del profitto
antropofago
una vittima predestinata
al moloch vorace e cieco.
Ci hai lasciato alla terza settimana
all'ultima bolletta della luce
alle prenotazioni per il prossimo ponte
al vivere stentato e irrisolto
dentro le nostre paure.
Sei diventato
fumo nel vento del Nordest che produce
mucchietto di brace
possa tu vegliare senza pace
nelle nostre cattive coscienze.

 

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5 commenti:

  • gian paolo toschi il 10/02/2010 10:54
    Vasily, non mi puoi fare un commento così. Forse non sei bene al corrente del fatto. Informati, te ne prego. Grazie Fabio, come vedi ho seguito il tuo consiglio e mi sono impegnato. A l'è vea, u nu l'è mai troppu tardi. Te saluo, zeneize.
  • fabio martini il 09/02/2010 22:49
    molto bella questa tua poesia... bravissimo
  • vasily biserov il 09/02/2010 18:14
    purtroppo vita è sinonimo di morte...
  • angela ambrosini il 09/02/2010 18:02
    molto forte ma molto bella
  • laura cuppone il 09/02/2010 17:55
    in pace...
    almeno ora..
    ma col ricordo stridente
    nelle nostre cattive
    coscienze.

    piaciuta... e molto.

    Laura

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