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Risveglio in città

Già il canto del merlo
Fra gocce di brina
Sui rami del larice intirizzito,
Intrappolato, costretto, sacrificato, soffocato,
dentro il grigio del marciapiede
a sognare vallate e libere distese
Si tinge di rosa l'orizzonte pallido
Rischiarando le occhiaie della città
Immersa nel sogno
corridore mai stanco
pronto a iniziare la gara
Si accendono gli occhi delle finestre
Rumore di tapparelle alzate
Ruggisce la strada
Lontano
Un saluto distratto
Il sapore caldo del caffè
Lascia l'amaro in bocca
dentro al Vortice
imbuto che inghiotte
Le nostre vite

 

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4 commenti:

  • ELISA DURANTE il 04/10/2010 12:06
    Hai descritto benissimo, in questa poesia, tutto '<antipoetico> delle città, veri mostri artificiali.
  • Anonimo il 15/02/2010 13:52
    Sei molto attenta a cogliese situazioni, stati d'animo e rumori!
  • Auro Lezzi il 15/02/2010 12:33
    Tutto un cirro di versi.. Una nube rosa... e quel sogno si dinapa...
  • Vincenzo Capitanucci il 15/02/2010 12:31
    un imbuto che sembra non aver fine... meno male c'è ancora qualche merlo...

    Molto reale Brava Laura... se nelle occhiaie della città... apparissero magicamente delle ginestre... sarebbe bello...

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