Già il canto del merlo
Fra gocce di brina
Sui rami del larice intirizzito,
Intrappolato, costretto, sacrificato, soffocato,
dentro il grigio del marciapiede
a sognare vallate e libere distese
Si tinge di rosa l'orizzonte pallido
Rischiarando le occhiaie della città
Immersa nel sogno
corridore mai stanco
pronto a iniziare la gara
Si accendono gli occhi delle finestre
Rumore di tapparelle alzate
Ruggisce la strada
Lontano
Un saluto distratto
Il sapore caldo del caffè
Lascia l'amaro in bocca
dentro al Vortice
imbuto che inghiotte
Le nostre vite