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A Welby

Caro Welby te ne sei andato
ma la chiesa il saluto ti ha negato,
contrastavi la dottrina
ma tu non hai visto la mattina.
Dicono che hai rifiutato la vita,
ma cosa ti teneva in vita?
Una macchina che la scienza dell’uomo
ha costruito per superare il male,
ma non era vita naturale.
Non avevi nessuna speranza
ogni minuto solo più dolore
quello della tua vita ora il colore.
Duemila anni fa non saresti sopravvissuto,
solo un miracolo o il tocco di Gesù
ti avrebbe sollevato
per continuare a sentire il profumo della sera
o il vento nei capelli come dicevi da poeta.
La chiesa in due millenni
spesso la scienza dell’uomo ha contrastato,
vi ricordate di Galileo e i tanti roghi?
Ma non in questo caso:
perchè il respiratore non va staccato,
è così che Dio ti vuole vedere.
Credo invece che Dio non sorrida a quest’uomini
che ti costringono ad una vita innaturale
non quella che per le sue creature
Lui ha creato nel creato,
e così a se ti ha chiamato.
Per un attimo ti sei riappropriato
di quel corpo che ti aveva donato
e alcuni istanti dopo, la natura, ti ha da Lui portato.
Mentre la tua anima libera intonava un canto
lasciando quella vita artificiale
che ti costringeva ad implorare
della grande consolatrice il manto,
salutavi i tuoi cari e quelli che ti hanno capito
che erano li a te vicino
e salutavi da lontano quelli che imbevuti di dottrina
aspettavano per te un’altra mattina
senza ancora capire il cuore dell’uomo
che da centomila anni pulsa su questa terra
nella notte al gelo della brina.

 

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2 commenti:

  • rossella bisceglia il 03/01/2007 11:55
    condivido il tuo pensiero
    e capisco che ti sia uscita dal cuore
  • Roberto Luffarelli il 30/12/2006 13:54
    L’ho scritta d’impulso in risposta alle polemiche becere ed ipocrite sollevate sul caso ed in particolare al rifiuto della chiesa di celebrargli i funerali. Nessuno ha il diritto di interferire sulla volontà di un uomo di porre fine naturalmente alla propria vita specialmente se questa è sorretta artificialmente ed in essa non vi si trova più alcun senso ma solo dolore e sofferenza. Il rispetto della vita e dell’uomo passa prima per questa porta. Dicono i King che l’essenza compiuta e durevole dell’uomo è la porta d’entrata del Senso e dell’equità. Condivido il pensiero di chi ritiene non vi sia una tabellina rigida dove è indicato cosa è giusto e cosa sia sbagliato ma che si debba invece pensare ad una etica dei processi e delle decisioni da applicare caso per caso perché infatti la vita è dinamica e non statica o cristallizzata in una dottrina. Questa era stato già capito migliaia di anni fa con I King, non a caso si parla del libro dei mutamenti.

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