Immoti i tuoi occhi,
dall'aria assonnata,
da tempo immemore
non si ristoravano.
Ma quando toccai i tuoi capelli,
le onde del mare mi avvilupparono,
sentii l'odor della spuma
riempire le mie nari,
forte, il richiamo dei tuoi abissi.
La tua natura esigeva d'essere amata
con la lievità dei baci, con la delicatezza
dei poeti, con la curiosità dello speleologo
che s'intrufola tra le fenditure della roccia
per afferrarne i segreti, per poi riportarli
finalmente alla luce.
Sarà ancora la brezza ad accarezzarti il viso,
e il mare che hai dentro a renderti irrequieta,
ed io ad amarti e a scrivere di te
per altri mille anni.