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Poetando su Paul Watzlawick

Avvinto il cuore
al melodioso suono
di parole che pronuncerò di nuovo,
e di baci dolcissimi sgorgati dentro parentesi
grigie, nel reciproco desio di rapirsi il cuore.
Com'eri beata quando gustavamo
i frutti maturi dell'amore,
nulla sembrava dividerci se non la morte,
palpiti di felicità acciuffata, raggiunta,
che per nulla al mondo avrei barattato,
né immaginato avrei la bravura della mente
nel produrre l'inganno.
Nell'inconsapevolezza dell'essere,
nasceva la convinzione che il nostro amore
fosse indegno e che tu non meritassi
un sentimento tale.
Così tra i sorrisi inattesi, segno d'una sfacciata
allegria, nacque il dubbio che il nostro sguardo
dovesse essere reciso, forse perché la felicità
non dura a lungo, o perché l'infelicità
attira più di qualsiasi volo.

 

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0 recensioni:

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10 commenti:

  • Anonimo il 23/02/2010 22:24
    hehehe... grazie della tua clemenza fabio^^
  • Fabio Mancini il 23/02/2010 22:22
    Ciao, Marina. La consapevolezza si acquisisce vivendo e pensando. Chi non riflette sulle proprie vicende, o chi ripete sempre gli stessi errori non cresce. Ma crescere costa fatica e impegno e non sempre ne abbiamo la voglia. Cara "sbagliatrice" una vecchia pubblicità recitava: Felici e vincenti. Ma che gusto c'è ad essere sempre dei vincenti? Non è forse più simpatico il perdente? Colui che sbaglia con la consapevolezza di sbagliare? Certo chi sbaglia senza saperlo è uno sprovveduto, un ingenuo, un Don Chisciotte, mentre un inguaribile sbagliatore è tutta un'altra cosa! Ma che vuoi mettere? Un saluto da uno sbagliatore improvvisato. Fabio.
  • Anonimo il 23/02/2010 15:13
    beh, a parte paul, sigmund ci ha già condannato con la sua -o nostra- pulsione della morte! tanti anni di studi per poi menarci addosso la jella ahahahah!!! scherzi a parte, quello che io penso è che nessuno ha in tasca le soluzioni di un vivere consapevole e di un saper vivere alla meglio, ognuno di noi procede per tentativi e spesso si cade. o, ancor più spesso, qualcuno ci fa sgambetti più o meno prevedibili... senza considerare che molti di noi sono degli inguaribili "sbagliatori": io per esempio non imparo mai dai miei errori. ciao fabio^^
  • B. S. il 23/02/2010 12:48
    La felicità è un attimo...è sempre uguale a se stessa, il dolore non è mai lo stesso, è capace di rinnovarsi e di scavare in noi, ci costringe a lottare, a trovare sempre nuova energia, nuova forza per amare la vita...
    Davvero molto bella, bravo Fabio!
  • Anonimo il 23/02/2010 09:48
    O forse perché bisgnerebbe capire quello che ci portiamo appresso dentro di noi! Poesia molto bella, come sempre. Ciao, Salvo.
  • Anonimo il 23/02/2010 09:45
    bella poesia, una piacevolissima lettura
  • cesare righi il 23/02/2010 09:26
    Ciao Fabio, ero preoccupato perchè non sapevo chi fosse Paul Watzlawick e mi son detto: prima commento la poesia, poi vado a vedere chi è costui. Mi hai anticipato.
    La poesia.
    Intensa e bella.
  • Fabio Mancini il 23/02/2010 09:11
    Alcune piccole note: Paul Watzlawick è un noto psichiatra, laureato in filosofia che ha al proprio attivo diverse pubblicazioni. Il testo al quale mi sono ispirato è: "Istruzioni per rendersi infelici" che è un ricettario nel quale l'autore con un poco di ironia enuncia le strade verso l'infelicità. Qualcuno leggendo il libro di Paul Watzlawick ha sorriso, altri hanno riflettuto sui propri comportamenti e sono diventati più consapevoli. Nella mia composizione ho voluto mettere in evidenza taluni atteggiamenti che consapevoli, o non, non ci permettono di vivere nella pienezza. E poi ritengo che inconsapevolmente siamo tutti chi più, chi meno, persone felici. Un abbraccio, Fabio.
  • Anonimo il 23/02/2010 08:43
    ... nacque il dubbio che i nostri sguardi dovessero essere recisi...
    bellissimi versi Fabio!!
  • loretta margherita citarei il 23/02/2010 08:24
    stupendi gli ultimi versi,è così , stupenda poesia, amico mio

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