Avvinto il cuore
al melodioso suono
di parole che pronuncerò di nuovo,
e di baci dolcissimi sgorgati dentro parentesi
grigie, nel reciproco desio di rapirsi il cuore.
Com'eri beata quando gustavamo
i frutti maturi dell'amore,
nulla sembrava dividerci se non la morte,
palpiti di felicità acciuffata, raggiunta,
che per nulla al mondo avrei barattato,
né immaginato avrei la bravura della mente
nel produrre l'inganno.
Nell'inconsapevolezza dell'essere,
nasceva la convinzione che il nostro amore
fosse indegno e che tu non meritassi
un sentimento tale.
Così tra i sorrisi inattesi, segno d'una sfacciata
allegria, nacque il dubbio che il nostro sguardo
dovesse essere reciso, forse perché la felicità
non dura a lungo, o perché l'infelicità
attira più di qualsiasi volo.