Da pulpito di chiesa arriva a me
una voce tonante
"Guai a voi, o ricchi
vi condanna l'iniquo tesoro
avidamente accumulato,
il salario, ai poveri derubato,
vi grida contro".
Ma la minaccia non mi sfiora
io sono povera: di beni, di salute, di gioia.
Ora un bimbo mi sorride, mi scuoto.
Riapro decisa la porta di mia casa
mi respinge l'odore acre
di domande antiche, resisto, avanzo
e vedo cataste di egoismo,
macigni di paure, grovigli di rancori.
Ecco posseggo ricchezza iniqua
che mi grida contro.
Rabbrividisco, esito, invoco:
"Bruciami pure, o Signore,
ma usa il fuoco del tuo AMORE!"