Scorrono lesti
pomeriggi assolati
senza fissare il nome del giorno
senza protezione dalla notte
e avanzano
come per quella folle ora
prestabilita a realizzarsi
Dimmi dolce sfinge
se pescherò la verità
dalla tua bocca profonda
o se sarà il lampo del dono della fortuna
distinto tra miliardi di gocce di resina
uscita dalle ferite di una quercia
Fidarmi del ritorno
del cerchio d'acqua in espansione
rilassare
le mani all'abbandono
al tedio eccitante
dell'insetto
ai profumi incantatori le narici
Se guardando il cielo
dall'arco di pietra
mi sembrerà lontano
e grigio
e solo...
... avrò voglia di carezzarlo
avrò voglia di entrare
nella sua dimora di pioggia
e lasciarmi cadere come lei
in terra
percorrere le sue vene
impetuosa
e diventare di nuovo
mare
Scorrono lesti
pomeriggi assolati
e avanzano
come per quella folle ora
delle mie dita leggere
sul tuo
nome