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L'Isola Delle Lesbiche

Le dune sono alte e odorano di Humus.
Le nuvole portano piombo e qualcuno mosto.
La musica esce come sangue, dal interiore dell'erba.
Sono interditi tutti gli odori che facciano ricordare il sperma frenetico dei giorni di spiaggia.
Le sacerdotesse passano i meriggi a parlare degli occhi di un animale rude o di una bocca prosaica.
Qui, il cosmico è religione proibita.
I segreti capitano incartati in foglie di trifoglio.
I corpi si strappano a vicenda - femmine, esplodono come numeri nel bosco.
Sono snelle e scivolose le dune, che il veleno e le bocche disegnarono.
E sospetti tutti gli uccelli d'acqua.
L'isola delle Lesbiche sta sommersa di baci, come chi aspetta un fantasma nel ponte di un imbarco affollato di turisti svedesi e ubriachi.
Scopi o bevi?
La musica è magnolia o robinia, o margherita.
Le finestre delle camere conducono tutte ad una catena, unico posto faraglione.
Sono crepe eleganti e fresche, circondate di un colore esplosivo, quasi licheni.
Sono aperture alte che, della misura del uomo in su, guadagnano la tonalità del muschio e del fuoco.
Gli attrezzi dell'acqua hanno vari prestiti; servono per pescare emozioni e alle domeniche - alla mancanza di legna argillosa - si scaldano le nostre ditta vissute.
Chi comanda nella isola delle lesbiche, è il desiderio de stare nudi.
La nostalgia di essere nomadi.
Gli occhi muovono l'universo.
Qualsiasi corpo piscia nei mobili severi, nei cortili romantici con vasi di cactus.
I baci non si spiegano, sono come barche a vela, perché le bruciature colpiscono facilmente i buchi neri e seducenti del corpo e chiedono acqua.
Il pavimento odora di cerbiatto e segale.
Perché sono ridicoli i retratti qui nella isola delle lesbiche?
Chi ha distrutto i calici e infuocato il sughero?
La isola è circondata di cavallette.
Questo mare maschio.
Chi maschera lo sperma da roditore di mele?
Fra girini o un abile gioco di carte, o il rutto violento e devastante, o l'aroma di salamandra cicatrizzata - il garofano preferisce i seni della montagna del Everest.
Che resta per la cena dei corpi divorati?
Anche, nella isola, i vizi sono polizieschi.
Le allucinazioni diventano frecce di cobalto.
Il resto è il volto.
Cosa aspetti dello sperma, poetessa garofano.
Perché baci velocemente?
Arriverà la notte delle sacerdotesse.
Arriverà il giorno in cui il flagello verrà dei fiori.

 

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14 commenti:

  • mariateresa morry il 14/01/2012 15:06
    Sta cosa è proprio brutta, ma brutta forte---
  • Anonimo il 30/11/2010 10:12
    Qualche forzatura, ma hai una buona fantasia. Ciao.
  • Emanuela Lazzaro il 16/09/2010 00:32
    Non so proprio cosa scriverti. Non sono immagini saffiche e talvolta ingenuamente equivoche le tue. Forse non decanti solo di amori diversi ma disegni un mondo, forse lo vedi, forse ti piace, forse ti ha già stancato. mah,.. anch'io vorrei comunque un isola di soli maschi, che purtroppo la mitolgia (quella che conosco) non ha pensato di creare. Scherzo!!!!
  • Ivan il 25/07/2010 21:19
    ... mi piace il tuo modo di scrivere, anche se qualche volta devo tornare indietro a rileggere e poi continuare rassegnato... in questo caso ciò che non si comprende si può facilmente immaginare. Forte ma non volgare. E poi la volgarità nella penna di un artista diventa... arte.
  • Anonimo il 14/04/2010 15:56
    accidenti... un vulcano di erotismo... opera davvero interessante... bravo
  • Anonimo il 12/04/2010 23:33
    E sei fantastico!!! Un'orgia di parole, io adoro "il volgare parlare d'autore",
    l'esprimere con tanta morbidezza e disinvoltura un'affascinante mondo di fantasia.
    Ma volendo posso andare sull'isola? Così, un giretto tra i ratti e la poetessa garofano?
    Baci Lylly
  • fabio amato il 10/04/2010 19:38
    Grande ispirazione e grandi immagini poetiche e mitiche. bella
  • Anonimo il 24/03/2010 22:20
    Potente... dionisiaca profusione di immagini... la sento reale viva copiosa... potente davvero!!! Complimenti!!!
  • Anonimo il 08/03/2010 19:26
    Immagini mitologiche, leggendarie... no, non credo ci sia un significato in senso stretto è più a mio avviso un bellissimo album d'immagini creative da sfogliare pagina per pagina avidamente, canti urlati in ogni strofa con finale in calando accentato da timpani orchestrali calanti.
    Magnifica Poeta, bravo come sempre.
    Ciao, B. Roses.
  • laura cuppone il 08/03/2010 17:34
    ciao poeta operaio...
    non riesco a comprendere a fondo il significato della tua poesia...
    scusa...
    se puoi/vuoi mi scrivi in privato?

    grazie
    Laura
  • Andrea Arvati il 08/03/2010 16:59
    come sempre ottima. davvero bravo
  • Anonimo il 07/03/2010 15:22
    ehm... vista la prospettiva preferisco il missinario classico, protagonisti lui, lei ahahahah!!! ciao!!
  • denny red. il 07/03/2010 12:21
    Ciao caro operaio, invitami in questo bellissimo bordello, bella poesia, lasciami un fiore che ha tutti i colori e' aspettiamo il flagello, a rileggerti ciao.
  • laura marchetti il 07/03/2010 08:51
    bellissimo racconto, leggenda, mito, realtà.. anche se io ho il terrore delle cavallette ed immersa nella lettura mi son lasciata coinvolgere

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