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Sguardi

Ho guardato negli occhi di un uomo,
questa mattina era l'alba che pesava sulla nebbia,
ci ho visto la stanchezza di un lungo viaggio,
la fatica di una eterna salita.

Ho scorto il distacco, da quello che era e forse non è più,
ma che non dimenticherà mai di essere,
ho sfiorato la sua mano che si regge per non cadere,
guarda fuori, ma non so cosa vede: se la città che scorre,
come me,
o se pensa.
Ho visto brillare una luce, ci ho visto strade e venti e sabbie,
interminabili, profondi occhi neri che guardano fuori,
dal finestrino.
E vede quello che vedo anch'io. Come me. Come noi.
Si ferma il tram e scendiamo, prendiamo strade diverse,
guarda per terra e sospira. Ripensa.
Vede la signora in pelliccia che si alza e cambia posto.

 

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6 commenti:

  • GiuseppeCristiano Merola il 17/05/2011 18:46
    Buona poesia non c'è nulla da dire brava
  • Anonimo il 08/10/2010 11:30
    C'è soltanto quel 'la sua mano che si regge per non cadere'. Che scritto così, sembrerebbe riferito alla mano (che si regge per non cadere) più che all'uomo che si regge (a qualcosa) con la mano per non cadere.
    Sul contenuto non ho nulla da dire se non che mi pare buono.
  • Sergio Fravolini il 16/08/2010 19:30
    Riflesioni che fanno riflettere.

    Sergio
  • Aedo il 11/03/2010 00:24
    Momenti, riflessioni, mentre la vita scorre... Bella poesia!
    Ignazio
  • B. S. il 10/03/2010 20:09
    Bellissime queste riflessioni...
  • laura marchetti il 10/03/2010 19:35
    leggendoti era come essere su quell'autobus, meravigliose descrizioni...

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