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Elegia a mio padre

Il tic-tac dell'infedele ora
per la partenza per il lungo viaggio
senza ritorno, si e' sfogato
con i suoi rintocchi assordanti.
Ha fermato la vita.
bussando di colpo
quando eri ancora viaggiatore fragile
nel tragitto passegero
verso l'ultima stazione.
Ha bussato in un baleno
la nostra amica illusoria,
la nostra ospite non grata.
Ha bussato non allo spuntar del giorno
come profezia predetta del trionfo,
altrimenti il sorriso le si sarebbe congelato
sulle labbra.
Siamo per sempre condannati
a convivere con lei,
un destino comune crudele
finche' un'altra ora
non tradisse la vita stessa.
Allora vedra' il raggio del trionfo
la tradittrice spietata.
Ma lo capisce che sara' orfana
e nessuno la attendera' piu', percio'
erra come un fantasma senza cuore
e s'affretta a vivere tra noi.
Perdonami, padre, perche' le lacrime
stranamente nel giorno della rinascita della speranza
non sono venute giu'. Non era neanche resa
verso la nostra nemica di sempre. Invece
era una sfida.
La fonte del mio cuore
non smetteva mai di cercare
un po' di fiato, che il tuo non spirasse.
Non smetteva di scorrere
per bagnarti le tue labbra
che l'eterno dormir le stava appassendo.
Ora vivi tranquillo nella eternita'
dei versi miei!

 

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2 commenti:

  • suzana Kuqi il 11/03/2010 23:04
    ..."Il tic-tac dell'infedele ora...
    molto bella e triste questa poesia, Arjan, come possono essre i versi dove si esprimono l'amore, il dolore e sopra tutto il rispetto...
    Me respekt Suzana
  • laura marchetti il 11/03/2010 18:09
    versi molto belli direi dove hai immortalato questa bellissima immagine di tuo padre. complimenti

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