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Paternità divina (Lc. 15, 11-32)

Reduce dagli effimeri
prati del piacere,
con passo incerto,
con deluso cuore,
ritorna il figlio
a sua paterna casa.
Tu, o padre trepido,
scruti l'orizzonte
attendendo il suo ritorno.
Ecco, lo vedi:
è lacero, smarrito,
gli corri incontro
chiudendolo
nel tuo paterno abbraccio
e lo ricrei "tuo figlio"
donandogli
l'anello d'oro
e la ricca veste del perdono.

 

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2 commenti:

  • Cinzia Gargiulo il 15/03/2010 00:05
    Una bella rivisitazione della parabola del Padre misericordioso.
    Molto brava Rosarita.
    Un abbraccio...
  • Chirio Giocoliere del Verbo il 14/03/2010 21:57
    possibile che per scrivere che una cosa è bella si venga obbligati a scrivere un papiro? piaciuta.

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