La giostra girava... girava... girava,
ed io su un cavallo di legno dipinto di bianco,
dondolavo contento.
Un organino vicino, suonava un motivo...
ed era sempre lo stesso.
Più in là, un Pulcinella, randellava
una guardia baffuta, tra le risa dei bimbi.
Tu eri lì, in quello spazio sterrato, fra le altre persone,
accaldato dal sole.
- Reggiti forte, stai attento! - mi dicevi ridendo
e, con la tua mano, mi salutavi ogni preciso momento,
in cui ti passavo felice davanti ruotando.
Quel lontano ricordo, perduto nel tempo,
oggi sovviene e con esso il tuo volto.
Quei momenti oggi ti dono, mio caro papà,
mentre ancora gira la giostra,
con il suo andare costante e silente,
ed un organino vicino suona un dolce motivo,
che è sempre lo stesso.
E gira la giostra... e gira... e gira.