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Il giornale

si attacca, si appiccica alle mani,
nell'urlo potente dei boschi al rogo,

castiga la mia indolenza
per tutti gli acidi versati nei fiumi,
per le false protesi dei compromessi,

per le odi empiriche rotte
nella stanchezza della mia fatica.

mi piego come silenzioso flettersi
del grano arruffato,
arrossato dall'uragano che incombe.

ulula il lupo,
intona una parola alla Luna,
un canto gutturale, viscerale
di frecce nere al ritorno
per un dolore responsabile.

 

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