Quando un domani mi lascerò rapire dalla carezza di Dio,
non cercatemi sotto le gelide venature del marmo;
mi troverete nel vento.
Sarò refolo di marzo che scompiglia il canneto
e m'insinuerò tra le giunchiglie appena schiuse,
tra i bisbigli di ranuncoli che punteggiano il prato.
Sarò sentore di narcisi gialli che danno luce ai campi,
e, rugiada del mattino,
mi riposerò silente tra i petali del gelsomino.
Disegnerò per voi in cielo
gli arcobaleni più belli dopo le piogge d'estate,
e cospargerò d'oro e di rame
i tramonti.
Guiderò ali di gabbiani verso l'indaco delle sere.
Sarò corolla di rose che s'aprono al sole
e prenderò per gioco le sembianze del giglio,
nei giorni quieti tempesterò le brezze di dolcissimi effluvi
per strapparvi un sorriso.
Se tenderete l'orecchio io sarò eco di melodie antiche,
di romanze celesti sussurrate nelle vastità siderali.
Oh non dovrete guardare lontano se vorrete trovarmi!
Mi troverete nelle candide piane dei fogli
che custodiscono i miei versi,
nelle liriche tanto sofferte ed amate.
Mi troverete in tutto ciò che sarà luce ed amore.
E ruberò il dolore che agiterà il ricordo,
e ruberò lacrime per farne stelle.