Un pomeriggio di marzo testardo e leggero
fa lo stesso effetto sulle mie braccia di luna inoltrata.
Mi tiene affacciata a una ringhiera sbucciata di nero
nel tiepido sole che non disturba gli occhi
a leggere pensieri involontari
trovati nell'aria persa.
È un quadro noto da tempo
la via che non finisce mai di andare
più la scruto in lontananza
e più mi spingo per guardarla
nella spedita corsa antica di sempre
programmata in ogni gesto e suono inesistente.