C'era una volta una maestra,
gentile, educata, con una bella veste.
Abile nel parlare,
diceva le cose giuste,
milioni di alluni la amavano,
la veneravano come una dea,
era di umili origini, una dea plebea.
Un giorno si era innamorata di un bel tenebroso,
malvagio uomo, era geloso,
del potere di quella donna,
della sua tenacia,
con l'inganno la trascino fra le sue braccia.
Saggia, aveva fatto tanto,
la sua voce era melodia,
la sua bellezza un incanto.
Ingannata e sedotta fu buttata nel fango,
nessuno sentiva il suo pianto.
Le voci si sono sparse presto,
fu uno scandalo,
fu picchiata e derisa dai vandali.
Le mamme portarono via i figli,
la scuola fu chiusa e abbandonata dalle famiglie.
Come potevano educare i figli da una svergognata,
fu lapidata, detestata, dimenticata.
La sua bontà, i suoi insegnamenti
non erano serviti a niente.
I ragazzi crescevano in mezzo la strada,
imparavano la moralità dettata dalla moda,
non avevano più santi e non credevano a niente,
fu occupata dalle altre cose la loro mente.
Abbandonati a loro stessi e criticati dai genitori,
sono diventati pessimi attori
della loro vita...
La maestra era morta,
il seduttore va in gira ancora,
cercando intensamente la nuova dimora.
Poveri noi, se ci facciamo ingannare,
sono sempre validi gli insegnamenti,
le maestre sono piccole gocce del mare.