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Ai bambini malati

Ai bambini malati,
nei bianchi lettini
della clinica oncologica.
I visetti smunti,
più bianchi del cielo
dove “angeli distratti”,
non adempiono il loro dovere.

Se esistesse davvero,
un “creatore responsabile”,
quanto malvagio sarebbe!

Ai bambini malati,
persi capelli e dentini,
per causa farmacologica,
come giocattoli consunti,
va il tiepido velo,
dei miei versi maledetti,
e di rabbia, bevo ancora un bicchiere!

Se esistesse davvero
un “creatore responsabile”
solo sputi meriterebbe!

 

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 24/01/2014 23:23
    molto apprezzata, complimenti.

23 commenti:

  • augusto villa il 24/02/2009 17:55
    Rende bene l'idea di quel che senti... di quel che sentiamo dinanzi a tragedie più grande di noi... Dinanzi alla tragedia della nostra impotenza!
    Io credo... ma non sono omologato... Comunque, fede o non fede... la tua poesia è vera e sentita... e a quanto pare ha fatto pure il botto!... Complimenti!
  • Anonimo il 21/05/2008 21:29
    Bravo... così triste e così vera!!! non so che altro dirti se no che sei molto bravo
  • Cinzia Gargiulo il 21/10/2007 23:22
    I reparti di oncologia sono una cosa tremenda di cui purtroppo ho fatto esperienza...è un calvario che non auguro a nessuno, figuriamoci ai bambini. Ne ho incontrati tanti purtroppo in quei giorni trascorsi in ospedale e nel vederli mi si stringeva il cuore...
    Ma purtroppo si nasce e si muore a tutte le età e per noi comuni mortali accettere questo è veramente difficile...
    Ma su Dio sai bene, amico mio, che la penso in modo diverso.
    Poesia ben scritta, come sempre.
    Ti abbraccio con affetto.
  • Michelangelo Cervellera il 09/10/2007 16:38
    Io sono ateo, profondamente ateo, le cosidette tre grandi religioni hanno fatto e coninuano a fare sicuramente molto male, hanno ucciso, prevaricato e soggiogato interi popoli, considerato la donna solo come strumento e moltissime altre ignobili cose, ma i questo caso non mi sento di dare colpa a questi dei, semplicemente perchè non esistono, quindi secondo me il " se esistesse" non ha senso. Trovo cmq la tua poesia molto potente e rabbiosa e sinceramente se ci fosse un se... sarei perfettamente daccordo con te. Un caro saluto, Michelangelo
  • Anonimo il 07/10/2007 20:06
    Anche se sono credente, rispetto assolutamente la tua opinione e, pur non condividendola, posso capirla. A volte il dolore è talmente grande da convincerci di essere soli a questo mondo: soli contro tutto, soli contro la sofferenza. Secondo me la poesia va giudicata non in base alle proprie idee o convinzioni ma cercando di immedesimarsi in una persona che, di fronte a tanta disgrazia, pullula di rabbia e di incomprensione, più che verso un Dio nel quale non crede, verso l'irresponsabilità del destino, l'ingiusta essenza del caso. E, sforzandosi di analizzare la poesia in questa ottica meno personale, se ne possono apprezzare le immagini, le metafore e la simmetria.
  • Luigi Lucantoni il 27/05/2007 22:28
    Non occorrono commenti, sono troppo concorde x aggiungere altro.
  • Riccardo Brumana il 30/03/2007 12:59
    lo vedo più come uno sfogo a caldo più che un pensiero meditato. e chi non ha mai "sbottato" scagli la prima pietra. personalmente comunque mi dissocio dal messaggio di questa poesia.
  • celeste il 16/02/2007 17:08
    Nella felicità come nella disgrazia siamo soli. Sta a noi regalare un sorriso. Anche se dentro si soffre
  • Notari Silvano il 12/02/2007 18:11
    Non giudico il testo non me lo possso permettere perché ho già un bel da fare a provare a comporre qualcosa che si possa definire poesia, mi soffermo sul contesto del risentimento religioso. Premetto non sono credente, anche se penso che una divinità da qualche parte possa esserci. Se Dio esiste credo che possa essere solo misericordioso nei confronti di grando peccatori, ma credo anche che non abbia ne meriti ne colpe su certe miserie umane come appunto le malattie. Sono più per il fatalismo che per la condanna divina. Comunque libero di pensarla come vuoi non critico nemmeno questa tua opinione. Prendo solo spunto per riflettere. Ciao Silvano
  • Carlo Diana il 11/02/2007 21:19
    dolore e rabbia non hanno spesso più nulla di umano. Assistere impotenti alla morte lenta di un bambino
  • alberto accorsi il 10/02/2007 22:25
    Giustificare o perlomeno comprendere l'esistenza del male, e del male peggiore, è per tutti difficilissimo. Non credo che l'invettiva di sapore stecchettiano sia lo strumento più appropriato per esprimerlo in poesia.
  • ELIO RIA il 10/02/2007 11:39
    Comprendo la rabbia che ti ha portato a scrivere questi versi, ma ritengo che gli stessi versi esulano dal vero significato della poesia.
  • Sarah My il 23/01/2007 22:31
    quei bimbi della nostra compassione non se ne fanno nulla... hanno bisogno di qualcosa che si chiama affetto e glielo possiamo dare anche noi che non per forza frequentiamo quei luoghi spesso... molte volte i bambini non hanno bisogno di parole, hanno bisogno di giocare a tris e se non riescono basta anche sorridergli... io sono rimasta in ospedale per tre mesi da piccola... ed è stata la più brutta esperienza che io abbia mai fatto... essere soli senza l'appoggio dei tuoi genitori... vedere le infermiere metterti il cibo in bocca senza guardarti negli occhi... in quei momenti forse la morte era la via d'uscita...
  • Sarah My il 23/01/2007 22:16
    se vivere nel reparto di oncologia... segnifica per lei poter sapere meglio di noi cosa si trova lì le do ragione... ma credo che sia anche normali che noi che vediamo quel mondo al di fuori di quella stanza non proviamo da meno... e per intenderci questa non è una gara a chi commuove di più!!
  • Sarah My il 23/01/2007 21:24
    li capisco quei bambini... perchè ne conosco uno... all'inizio sembrava così felice poi dopo la scoperta tutto si è spento in lui... e come una candela sotto la pioggia non ha più voluto asciugare!!

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