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DestiNato

Sei talmente armonica e bella.
Che dovrò sforzarmi per trovare
termini
che possano, sfiorando,
descrivere la tua di
essenza.

Soggiogare l'inutile parola;
addomesticare il verbo;
stanare il soggetto;
lusingare gli aggettivi;
fermare e convogliare la metafora;
istoriare la frase.

Così Tu fortemente delicata.
Così foglia in primavera.
Così mia che
non hai un corpo,
ma una mappa.
In cui adoro vagare e perdermi.

I tuoi occhi
sono un pianeta, per ogni sguardo
e poesia.
In cui orbitare e rimanere.
In uno spazio immenso, in un satellite mi tramuto,
in un silenzio che sa di eternità.

Ma essi distraggono, invero.
Ovunque le mie mani, mai sazie,
possano atterrare.
Ovunque le mie labbra possano pungere.
Ovunque la mia carne possa svanire.
Vedo solo interstizi di luce, dettagli.

Di cui mi nutro,
madido e arreso.
M'intingo e dipingo il cielo.
Mi soffermo e creo la terra.
Cammina, corri, riposati.
Ridi e piangi, ma senza difesa alcuna mai.

Così Tu sei il premio,
di ciò che sono e siamo.
Sei le ali per il mio corpo,
e un corpo per le mie ali.
Felice di esserci, viverci e non perderlo.
Sono destiNato, ad essere noi.


Perché ora so, sono et ò.

 

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