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Ghetto

era fine estate, in quel ghetto
quà e là, terra battuta
l'asfalto dei poveri
a tratti sassi, passatempo dei poveri bimbi
metropoli di baracche
dove, neanche Cristo in buona forma, v'abiterebbe
dove l'anoressia è l'unico sconosciuto male.
Da giorni, l'umido scirocco parcheggia
con minuzia tronfie nubi
quasi volesse fare un gigantesco puzzle
ad un tratto, un urto
un barattolo, parte del paesaggio
risuona
risvegliando un'assopito paesano
in breve, l'intero villaggio risuona e
l'iniziale ticchettio, diventa rullo
scroscia, il temporale.

 

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