Avrei voluto regalarti il velluto
della pelle dei miei vent'anni.
Le stelle che brillavano
dentro gli occhi.
Avrei voluto darti le speranze, la forza
di una corsa incontro al giorno,
mente la luce della sera
sta scendendo
ed un grido esce e si propaga nella notte,
nel silenzio,
rotto, da un pianto,
dal suono del telefono che muto chiede,
"ciao come stai?"
Ti penso, ragazza mia, che mi urli dentro
e cerchi dentro la cella del tuo cuore
un raggio di luce,
riflesso di una stella che è rimasta intrappolata
fra i capelli della tua anima,
nello specchio del tuo cuore,
mentre il giorno, lentamente, muore.
Ragazza dolce, timida e scontrosa,
ma con una gran voglia di vita.