Ritorna,
in eterna ciclica costante,
desueta consuetudine
di solitudine e note.
D'antefatti artefatti,
riaffiorano a fiotti
spettri di sensi
densi di fauci
e d'infausti denti:
e distrugger vorrei,
d'un colpo,
il roteare del tempo,
tra riverberi
di rimembrate membra
di vita
marcite in un frigo.