Nell'anno della Resistenza,
nell'anno della decisa morte
la gente non riusciva a mangiare,
c'era più piombo che cibo come
se l'alba non fosse alimentata
dallo sgargiante sole che vitalizza
la vita.
E gli operai, gli operai... lavoravano
a stomaco vuoto e in fabbrica
ancora più divieti, nemmeno la
bicicletta. Vent'anni di fascismo
non piegarono ancora il movimento
degli operai come un forestiere che
con la sua ascia non è riuscito a
spezzare in due il duro legno.
Alla Mirafiori di Torino
i cuori dei quaranta comunisti,
e una cinquantina tra socialisti,
cattolici e azionisti rindondavano
di ribellione, di sciopero e occupazione
ma i fascisti li manovrarono come una
volpe che sa aggirare il pollo ferito e stanco
di giocare come da bambino.
La sconfitta di Novembre rinvia la lotta
a Dicembre quando di Vallemosso, Cossato
e Crevacuore si odono i colpi delle armi
e della morte che in quei luoghi fu la
vincitrice numero uno.
L'undici dicembre sciopero generale:
Milano, Sesto, Monza, Melzo.
Trascorrono tre giorni e l'ombroso
nemico non aspetta altro che la
repressione armata come la pioggia
che insiste sul bel tempo.
Muore Aldo- il federale fascista-
e gli operai che gridavano
<<Pane, Pane>>, udirono e
sentirono dai soldati:
<<Ecco il piombo, ecco il piombo>>.
L'operaia Resistenza ha avuto la sua
vittoria, d'ora in poi l'Italia vincerà.