In ambiente precario ballerine del tempo
oscillano indelicate.
Spezzo rozze catene,
di fotogrammi imbratto muri di prigionia,
e mi sento più libero tra nuove pareti ossigenate,
più vivo nel diaframma destinato,
gaio tra birilli di cartapesta.
Ho inspirato brina e ridato elettricità
al traliccio severo dell'orizzonte,
fin su, attico dell'invisibile.