Ti detesto,
odio la tua sfacciataggine,
quel tuo viso sfrontato,
quel tuo guardarmi
come nulla fosse successo,
quando,
più per educazione
che altro,
ti apro la porta di casa
e spavaldo,
ti siedi al mio tavolo
a prendere
il caffè.
Sono stata chiara,
te l'ho detto
che più non sei
al cuore mio, gradito,
ma tu, senza imbarazzo,
mi fai gli occhi languidi,
accenni ai tempi passati,
ma cosa vuoi ancora da me?
Non mi commuove
la tua espressione
di cane bastonato,
il tuo fingere
d'esser un uomo triste,
che nemmeno più
l'aspetto cura,
mi vuoi far credere
d'esser penitente?
Cosa pretendi da me ora?
Che io sia dimentica
del male che mi hai fatto,
del mio cuore
spolpato fino
all'osso,
di quelle ore
di pianto,
consumata nel dolore,
quando, di punto in bianco,
sei sparito,
con l'altra fuggito?
Ora mi vieni a dire
che sei un fallito,
che hai capito,
quanto bello
era, il vivere con me.
Ma caro mio, non mi sono
mangiata il cervello,
mi sei totalmente
indifferente,
bello dirti
che di te non me ne
frega più niente.
Cuore crudele,
or tu mi dici?
Taci,
sfrontato!
Vattene,
raccogli ciò
che hai seminato...