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L'angelo di Belém

Mani sudice tra le gambe,
lenzuola umide di sudore,
"chiamami papà" nel respiro affannato
dell'ennesimo uomo disteso su di lei.
Lei, bimba di periferia,
angelo, tra le bambole di pezza,
schiava, del prezzo di una vita.
Nella stanza un vecchio comodino,
il suo viso riflesso in uno specchio
e il desiderio di continuare a vivere
nel giorno in cui una donna resta bimba.
Un coniglio bianco insegue i suoi sogni,
il futuro nascosto dietro la porta di un motel,
l'indifferenza che viola la sua innocenza,
prende a calci i desideri che custodisce.
Si ferma la notte
tra gemiti di realtà e compassione.
Resti e sei solo un angelo
nel piccolo borgo di Belém.

 

l'autore Mariacarmela Ribecco ha riportato queste note sull'opera

Opera dedicata alle bimbe vittime della prostituzione minorile a Belém, in Brasile.


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3 commenti:

  • Aedo il 09/05/2010 23:58
    Veramente commovente la tua poesia: uno spaccato emotivo, in cui la tristezza di una donna perduta, non per colpa sua, emerge nel tentativo di dare spessore alla propria vita. Bravissima!
    Ignazio
  • loretta margherita citarei il 09/05/2010 20:50
    ho affrontato anche io questo tema qualche tempo fa, mi hai commosso
  • Anonimo il 09/05/2010 20:46
    Davvero intensa... e sentita.
    5 stelle

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