Costruire e poi
riprendersi gli spazi,
dove svettano i sogni
dei grattacieli,
su impalcature di giorni
e schemi rigidi,
sentimenti antisismici.
Riprendersi gli spazi,
occupati dai nostri pensieri
dalle nostre paure,
vuoti, delle nostre solitudini
incomprensioni di un
progetto razionale che esclude
il sentimento.
Il futuro è in cima a quella gru
che aspetta,
le finestre occhi
senza vetri osservano il cielo.
Mezzogiorno fermato,
fra i turni di lavoro
la tua tuta impolverata,
il tuo panino,
ti abbracci le ginocchia
stringendole al petto
ai piedi di quel grattacielo
in uno spazio piccolo,
troppo piccolo,
per pensare e sognare...