E lì udii
dalla riva consacrata all'airone
alta marea dopo una pallida pioggia
attraverso la nebbia sotto nuvole dall'incostanza alterate
moltiplicando gli specchi inopinabile atto
nel mezzo l'urto di un'improvvisa primavera.
E lì sussurrai
dal porto verso il cielo
stretto il mattino eludendo il folle rovescio
attraverso reti stipate in velieri imploranti
rovescio di tutti i giorni
leggende di cuori arsi nel sole.
E lì sorpresi
di estati pagane in pianti sommessi
sorrisi dispersi obliabile atto
modulando mille inganni
di un tempo sognato
di mio padre
la verità di un tempo negato.