La finestra è chiusa,
ma la rosa è sempre là,
che si arrampica verso quel cielo.
Una ruga in più, un dolore,
la notte,
mi riportano a un giorno pieno di sole.
Trecce di aglio appese alle imposte
aperte sulla piazza, sulla vita
che passava sicura da quell'uscio.
Corse di bambini invadenti, golosi,
come api sul miele appena colato,
inebriati dalle ciliegie sotto spirito,
da quegli oggetti strani e antichi,
ricordi di una vita,
in bianco e nero,
arrugginiti,
tra fiori di plastica e canzoni.
Perdersi dentro un sogno,
fra stanze con pavimenti di mattoni
e giù, fino alla grotta,
rifugio di guerra,
fra brividi e umidità.
Sapore di ricordi e di tufo bagnato,
un pozzo, una leggenda nel buio,
dove i piedi esitavano incerti
e le mani sudate.
La porta è chiusa,
dicono che sei lontano,
voglio credere che sei con le amiche,
a giocare alle carte,
ancora una mano...