Morì all'improvviso
nel vento caldo
della collina,
nell'ultimo mio bacio
stampato sui petali
di un rosso papavero.
Intreccio di corpi
in giochi di luna
e il nero del presagio
incidere la mia
croce sul legno
dell' ulivo,
tra lacrime
di fiordalisi
le fate ignoranti
mi dissero che mai
più avrei mangiato di
quel pane.
In crudeltà di cuore,
-anima di Giuda-
lui mi disse addio
e volli essere
qualsiasi cosa
viaggiasse verso il mare:
foglia morta in un ruscello,
nuvola rigonfia,
un airone,
o un bimbo
con un sogno azzurro in mano.
Desiderai avere
un cuore
robusto, un cuore
in grado di sorreggermi
e proteggermi,
non come questo
corrotto da licheni dolorosi,
un cuore
che sappia d'essere solo un cuore.
Ma tu, mio nuovo dolce amore,
che nulla
mi hai promesso in questa vita,
nutrilo del cielo terso
di maggio,
sfiorato dalle rondini dilette.
Ti darò tutti
i miei sogni,
per te, solo io,
li ho tessuti,
t'amerò di puro amore.
Finchè avrò cuore.