Ho visto cambiare il tempo,
uno spazio che ruba il senso
-della vita-
e della sua radura.
Gli inverni innevati
i freddi pomeriggi solitari
quando la malinconia,
-aveva il colore del viola-
La primavera di un' aroma
-nell'aria-
nei rami del mio tiglio
cresciuto tra le mura
-dell'eterna nostalgia-
mentre tramontava il sole,
-dietro la collina-
La pioggia che batteva i vetri
con rivoli di goccia
-tintinnante-
illuminata dalla luna
-che non c'era-
dietro le rotonde nubi
-di una sera-
Seduta sui gradini freddi
-di una storia-
imbellettata maschera
-di carnevale-
quando l'estate era germoglio
-tra le fessure antiche-
di un pavimento in legno scricchiolante.
Ma c'era il mare,
il suo profumo
di zagara e limone
che mi arrivava come abbraccio
sulle ali della notte
-e le sue ore-