Un umido mattino senza luce,
mi guardo intorno, e non c’è nulla che mi piace,
il freddo, lentamente, raggiunge le mie ossa,
il cielo è cupo, e forse pioverà,
e resto qui, seduto, sperando di vederla;
lei, la perfetta, che al sogno folle mi conduce,
sempre seria, sempre vestita d’orbace;
tuoni in lontananza, Giove Pluvio, prepara la sua mossa,
s’è fatto tardi, e lei non passerà,
fra i rami, il merlo fa la corte alla sua merla,
Non passa stamattina perché malata?
Tremo al pensiero di non vederla più,
oppure, a giuste nozze è convolata?
Temo che il mio cielo non ritorni più blu!