Vorrei un amore
-mi dicevi-
che liberasse le catene
legacci amorfi di vissuto
per poi volare
-oltre quel muro-
Vorrei sognare
-mi dicevi-
assaporare con la pelle
l'oblio ingannevole dei giorni
di passi adusi, sempre uguali
mentre imbastivi
-fili d'oro-
per indossare le mie ali.
Vorrei che il rosso d'un tramonto
-mi dicevi-
tingesse forte quel pensiero
per incendiarlo, farne fiamma,
se la luna
-questa sera-
mi domandasse dove sei.
Vorrei morire
-ti dicevo-
sulle morbide tue labbra
per poi rinascere farfalla,
posarmi sopra la tua mano
vibrarti attorno
-silenziosa-