Un canto di sirena
è la voce del traghetto,
sta rientrando in porto,
annaspa, come avesse il fiato corto.
Traghetta anime, turisti a colori,
un vecchio carretto che passa,
un indiano, che vende dei fiori.
Chi è sceso a terra,
sorpreso dal sole,
ha abbandonato i vestiti,
un gruppo di bambini che si rincorrono,
ridendo divertiti.
Scalza, su questa panchina,
assaporo lenta la mia libertà,
sciolgo la treccia dei miei pensieri
che seguono il volo di un gabbiano,
come la scia di un aereoplano.
Un peschereccio, pronto a salpare,
cassette di legno vuote,
speranze, affidate alle mani del mare.
"Nuova Alba", il suo nome,
risorge con la ruggine dalle acque verdi
che sputa dai bocchettoni
mentre i sogni prendono il largo,
come bianchi aquiloni.
Tavolini e bistrò, profumi, ombrelloni,
fra briciole di vita,
un gruppo di stanchi piccioni.
Bancarelle di gelati e granite,
conchiglie, speranze,
cartoline, dal sole appassite.
Tandem di vita, coppie di innamorati
sono scesi dalle nuvole ed ora,
si sono appena baciati.
La sera scende, fra il rosa dell'orizzonte
e l'occhio spento del cielo,
si asciuga una lacrima triste
a un ricordo, una nube di velo.
Prende il palco una luna tonda,
una piena signora bionda
che dietro la tenda della sera
fa capolino, strizza l'occhio
al sole che muore
esce e fa l'inchino.