Ho sempre cercato di dominarmi,
di dominarti,
tu, impeto ribelle
ti vedo con lo sguardo basso
e imbronciato,
all'angolo del capriccio
bambina, ma già
puledro selvaggio.
Ti ascoltavo,
con l'impeto dei vent'anni,
sbattere il pugno,
sul muro della vita
e quando impertinente
sei guizzata impetuosa
fuori, dalla ragionevolezza
degli schemi imposti,
e ti hanno licenziata in tronco.
Mi hai preso la mano
e mi ha fatto scrivere parole
di sangue,
di cui molte volte mi sono
amaramente pentita.
Mi parti da dentro,
non ti domino,
mi prendi corpo e mente,
a te mi lascio andare.
Ti vedo sopraggiungere,
ti sento da lontano e poi
quando sei vicina,
cado tra le tue braccia,
nel vortice
della tua passione,
sai già che sarò tua.
Un impulso innato e ribelle
come i ricci che mi riempiono il capo,
che non ti domina mai.
Spesso mi perdo dentro la tua morsa
e diventiamo complici,
amanti passionali,
consumiamo tutto troppo in fretta,
il piacere di uno sfogo
vulcano impetuoso e travolgente.
Poi mi libero,
e la ragione
mi riprende per mano...