Raccolsi intorno
dell'estate il sussurro.
Dirigeva sul vento
petali opachi,
roccaforti d'inedia.
Cingevano il sole
mentre cirri malati,
occultavano ardore.
Poi mi accorsi
che la sabbia era vera
dove lo scoglio,
abbracciava il suo mare.
Spogliandomi il corpo dal sale
lasciai che lambisse il mio seno.
Distesa sul velluto d'oceano
come un gioco scrivevo sull'onda
con le mani ricamavo una rete
per conchiglie preziose da dare.
Ma i gabbiani cantavano nenie
con la voce di azzurre sirene.
Mi accorsi che la luna piangeva,
sulla notte di una dolce follia.