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La fabbrica

Dietro la curva mi appare,
piena di fascino e di mistero,
tappa d'obbligo quando mi
trovo di lì a passare.
La fabbrica dismessa,
un filo spinato spezzato,
il suo respiro,
lungo quella strada assolata,
si pulisce gli occhi,
annoiata a guardare sfrecciare
chi non la vede più.
Il cancello è aperto alle ortiche
la vegetazione ha preso ormai
il sopravvento.
Ricorda la fabbrica
quando la fatica e la creatività
timbravano il cartellino
e dentro di lei scandiva
il cuore al ritmo dei turni
e poi quel momento sognato,
di andare in pensione.
Un cuore che ha rallentato,
ha tolto la tuta
e si è messo a scriver poesie,
ora è il tempo del ricordo
e delle nostalgie...
Non so cosa mi porta
a passare di qua,
un richiamo, una sintonia,
o forse perchè sento
che quella fabbrica è un
po' come la vita mia.

 

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7 commenti:

  • Fabio Solieri il 22/02/2013 19:23
    Archeologia dell'industria, fabbriche abbandonate, macchinari arrugginiti, paesaggi tristi, ma quanti ricordi; i compagni di lavoro, le lotti sindacali, la mensa dove si scaldava la gavetta, ma soprattutto eravamo giovani, ringraziamo Dio di essere arrivati alla pensione e di poterlo raccontare.
  • bruno guidotti il 20/02/2013 11:09
    Grande Laura, poesia piena di fascino e di irresistibile nostalgia del tempo passato, che ci porta a ricalcare passi persi nel tempo. La tua poesia mi ricorda la mia: Turno di notte, stessa atmosfera, stesso rimpianto. Mi ha fatti piacere leggerti, ti invio un caro saluto, Bruno.
  • denny red. il 14/06/2010 01:13
    molto bella! laura.. ben scritta!! Sempre bravissima!!!
  • Anonimo il 13/06/2010 22:23
    Laura... che commentare, se non la maestria che ti distingue?
    Bella poesia, un po' triste, però!
  • Cinzia Gargiulo il 13/06/2010 21:53
    Poesia intensa che descrive la realtà della vita.
    Ciao...
  • tania rybak il 13/06/2010 21:10
    brava come sempre
  • Anonimo il 13/06/2010 20:27
    Scrivi sempre belle poesie basate su fatti vissuti e non su semplici chimere fondate sul nulla. Versi belli con un sottile senso di amarezza, privi di voli pindarici e mai banali. Anch'io sul gran raccordo anulare, quando vado al lavoro, vedo un'antica fabbrica abbandonata, un vecchio casale che risale forse ai primi del '900. È bellissimo e sta con finestre e porte spalancate ad aspettare che qualcuno lo restauri. ciao, sei una delle mie preferite

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