E poi il cielo diventava cupo,
fuggivano le rondini in alto, lontano,
come angeli, sopra le nuvole
e la festa cominciava.
Il chiacchiericcio delle gocce
che scendevano e disegnavano bolle
sull'asfalto che bollente, fumava
e spandeva l'odore della pioggia.
Dai polmoni degli alberi
profumi di vegetazione e di resina
dai tronchi che con le mani
bevevano dal cielo.
Catturavamo con l'ombrello
le gocce quando veloci scendevano
e correvano per morire a terra,
come lacrime, sotto il peso dei ricordi.
La pioggia veloce sopra i vetri
sta disegnando fiumi che scompaiono,
correndo via veloci, tra i profumi del tempo,
come ricordi.