Raggiungemmo la collina all'alba
scesi dalla carrozza tramortita
raggiunsi in fretta la scalinata
e fui nell'androne in pochi attimi
sfinita
non mi sembrava vero
ero ancora viva.
I tuoi occhi mi spiavano quasi.
Eccoli
foglie scure
grandi, profondi, selvaggi
I tuoi occhi erano il potere
Trafitta, spogliata, inquieta, fissa
non potevo muovermi
ed eravamo nella sala della musica
non riuscivo a respirare
ed eravamo sulla torre più alta
non ero nel mio corpo fermo e freddo
ma volavo sul castello tra le tue braccia
Poi lo schianto e il rimbombo lungo
interminabile
il vento in un turbine
Apro gli occhi
sono sveglia?
È luglio tra poco
É vero?
Muori e nasci troppe volte
... troppe volte non esisti se prima solo forse eri...
Ne sono capace e anche
tu
senza sangue, senza tagli, ma col veleno a lento rilascio
piano piano
partorire alla morte come alla vita
uscire allo scoperto
solo
in cerca di altri
soli
non più carbonio fossile
ma acqua
... acqua che cade...
Pioverti addosso...
Ti accorgerai di me?
Ormai son fiume
che cade in mare
una cascata dell'anima
nell'oblio dell'oceano