Perso nel vuoto dell'estetica
e in una vita
che è come statua di lucido e bianco marmo,
in amori pregni di sensualità,
nei fumi dell'assenzio di smeraldo
e l'eburnea pipa piena di oppio,
le sgargianti vesti sfoggiate
sulla scena della vita
e un esistenza condotta
tra il puro giglio
e l'immondo re delle mosche,
assaporando i profumi di mille fiori
e assaggiando le ferite della battaglia di ogni giorno.
Così sta il dandy,
immerso nel denso fango dei vizi
eppure
impegnato nel tentativo
di gettare il suo animo oltre l'infinito.