L'insopportabile afa della vita
e il tedio che trionfa
e grava
sulle mie fragili ossa
corrose da una tristezza mai nata e mai morta,
l'indifferenza di lei
e la consapevolezza che non sarà mai totalmente mia,
l'ambizione e la caduta,
la voce di un vecchio e ruvido blues
che dice
"io non credo all'amore",
il mare nero e tempestoso
e la siccità del rosso deserto,
la voglia di qualcosa che non esiste
se non in vane e vaghe immagini
che escono come in processione
dalla porta d'avorio
che domina il mio sonno,
il fiume di sangue
nei cui flutti talvolta mi vedo perire,
un bicchiere colmo di un colorito whisky d'annata
che mai berrò
perchè la mia bocca è riarsa
e asciutta
per l'illusione di un domani migliore
e la certezza di un secolo almeno di asperità e dolore
che gravano come supplizio eterno
su un uomo senza colpe.